Le acque destinate all’uso umano devono essere controllate per quel che riguarda tutti i possibili contaminanti e soddisfare i previsti rispettivi requisiti di purezza chimica e microbiologica , indicati dalle normative attuali, e ovviamente ancora più selettivi quando si tratta di uso in Emodialisi.
Esistono diversi gradi di purezza dell’acqua ,a seconda dell’utilizzo a cui viene destinata:
- il massimo grado di purezza viene richiesto per la produzione del acqua sterile da utilizzare per preparare le soluzioni iniettabili per via endovenosa. D’altronde anche le fleboclisi sterili sono ottenute per ultrafiltrazione.
- il minimo grado che rispetti gli standard di purezza necessari per l’acqua destinata all’uso domestico.
Non sempre i parametri dell’acqua potabile sono compatibile con quelli necessari per l’acqua per la dialisi.
Un elevata purezza microbiologica del liquido di dialisi rappresenta un requisito fondamentale nella qualità del trattamento dialitico. È tutt’oggi ampliamente dimostrato il legame che esiste tra “qualità del liquido di dialisi” e “qualità ed aspettativa di vita dei pazienti emodializzati”.
In emodialisi l’acqua viene utilizzata per la produzione del dializzato e delle infusioni e.v., che è l’elemento fondamentale del trattamento dialitico.
Questo è costituito per il 90% da acqua e per il restante 10 % da soluzioni elettrolitiche concentrate ( sodio, potassio ,calcio, cloruro, magnesio bicarbonato). Ogni paziente emodializzato in trattamento con dialisi standard, (cioè 12 /13 sedute al mese di 4 ore ciascuna) in 1 anno vede esposto il proprio sangue, al contatto con circa 20.000 lt di dializzato,come unica protezione la membrana semipermeabile.
A causa di ciò e degli esposti fenomeni fisici che si realizzano nel corso della dialisi deriva la necessità di una massima accuratezza nella depurazione dell’acqua impiegata nella preparazione del dializzato.
In particolare nel corso degli anni il trattamento dell’acqua per emodialisi ha subito al pari delle apparecchiature per dialisi una vera e propria evoluzione tecnologica , partendo dall’utilizzo dell’acqua di rete (anni 40-60), per giungere al oggi dove si usa il sistema della bi-osmosi (1995/2000), presente ovviamente anche nei nostri centri dialisi.
La produzione di acqua pura per dialisi, avviene nella centrale, dove è presente l’impianto di produzione e distribuzione dell’acqua. Questo è il cuore di tutti i centri dialisi .
Vediamo adesso i processi che l’acqua subisce, prima di poter essere idonea all’uso a qui e destinata, cioè l’emodialisi.
L’acqua “grezza” (proveniente dall’acqua di rete) prima di essere condotta all’unità di osmosi inversa , viene pretrattata attraverso filtri e impianti per l’addolcimento.
Gli impianti di trattamento dell’acqua dovrebbero essere:
- collocati in locali riscaldati per impedire che l’acqua scenda sotto i 5 °C, con poca luce per evitare lo sviluppo d’alghe nei sistemi di filtrazione o raffredati d’estate affinchè non si raggiungano temperatura vicino ai 40°C
- prossimi alla sala dialisi per ridurre la lunghezza dell’impianto di distribuzione,
- con pareti impermeabili e pavimento dotato di un adeguato sistema di drenaggio per fare fronte a possibili perdite idriche.
L’impianto riceve acqua dalla rete idrica, la purifica eliminando ogni traccia di minerali e batteri e impurità , per poi immetterla in un circuito ad anello (circuito di distribuzione ) che la convoglia ai singoli reni che poi preparano il bagno dialisi.
Tante cose i medici non le dicono.