Iperparatiroidismo secondario

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Conseguenza dell’iperfosfatemia è l’Iperparatiroidismo : le problematiche cliniche sono dovute all’aumento del riassorbimento osseo ed ad una disorganizzazione architettonica della struttura ossea che ne indebolisce flessibilità e resistenza; può conseguirne nel bambino rachitismo e nell’adulto , osteodistrofia renale.

Nell’ambito dell’osteodistrofia renale si possono osservare  fratture patologiche, possono essere presenti inoltre dolori ossei, debolezza muscolare, prurito, calcificazioni vascolari e periarticolarI. L’insufficienza renale cronica, e la carenza di vitamina D causano l’aumento del paratormone con il manifestarsi dell’iperparatiroidismo secondario. Le funzioni della vitamina D attiva consistono nel favorire l’assorbimento del calcio nell’intestino tenue e la sua mobilizzazione dall’osso. La carenza di vitamina D, tipica in nei pazienti in emodialisi riduce l’assorbimento del calcio dal lume intestinale e ne consegue ipocalcemia e aumento della secrezione di PTH. Ma la vitamina D non è  considerata più una vitamina ma un vero è proprio ormone, perché regola numerosissime altre funzioni: si ricorda per esempio assicurare il buon funzionamento del sistema di difesa immunologica a tutte le infezioni.

Gli obbiettivi terapeutici della correzione dell’iperparatiroidismo secondario sono distinti in :

  • Obbiettivi a breve termine, dove il mantenimento di valori ottimali di (PTH) ,calcio e fosforo hanno lo scopo di prevenire una crescita anarchica delle ghiandole paratiroidee e le alterazioni della funzione scheletrica.

  • Obbiettivi a lungo termine con lo scopo di ridurre la mortalità e morbilità cardiovascolare .

Gli strumenti terapeutici per il controllo del paratormone si avvalgono di 3 categorie di farmaci:

  1. Chelanti dei fosfati

  2. Attivatori dei recettori della vitamina D

  3. farmaci che simulano l’azione del calcio sulle paratiroidi per frenare la produzione di paratormone da parte di esse: sono chiamati “Calcio mimetici”

Maggiori dettagli sulla terapia farmacologica :  https://buonaaccoglienzaindialisi.com/terapia-in-emodialisi/

Un altra opportunità terapuetica, per fortuna abbastanza rara è la paratirectomia cioè l’intervento chirugico di asportazione delle paratiroidi, che viene eseguito nei casi refrettari alla terapia farmacologica specie quando non si riesce a controllare il livelli siericI di calcio e fosforo. In tal caso, è obbligatorio rimuovere la ghiandola paratiroide responsabile dell’eccessiva produzione di paratormone.

In definitiva oggi possiamo controllare meglio con i farmaci l’iperparatiroidismo secondario e la patologia ossea ma si riesce con difficoltà a curare le calcificazioni vascolari che causano inesorabilmente, specie quando i livelli di fosforo sono costantemente alti, gravi e mortali conseguenze cardiovascolari.

Il messaggio che i pazienti devono sapere e che tutti gli operatori sanitari in dialisi devono comunicare, anche ossessivamente ai pazienti, che il fosforo alto e la cattiva collaborazione dietetica portano INESORABILMENTE in breve tempo e SENZA SCAMPO ad un evento gravissimo o alla morte.

Oggi infatti questa patologia è una sindrome sistemica meglio nota con la sigla inglese CKD-MBD ovvero malattia del metabolismo minerale nei pazienti con insufficienza renale cronica.

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